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Il processo di decarbonizzazione tra crisi energetica e volatilità dei prezzi

Una nuova occasione per radunare i Club del Gruppo Olona nella serata di mercoledì 15 marzo presso Hotel Hilton DoubleTree. Insieme al nostro Castellanza anche i Rotary Club Parchi AM, Ticino e Malpensa. Quest’ultimo organizzatore dell’Interclub.

La serata ha visto quale prestigioso ospite e relatore il dottor Nicola Monti, dal 2019 Amministratore delegato di Edison ma già operativo dal 1999 come responsabile dello sviluppo internazionale.

Al termine della cena e dopo un breve cenno riguardo il curriculum del relatore, il dottor Monti prende la parola per affrontare il tema della transizione ecologica e della decarbonizzazione dei consumi.

Questo argomento ha peso a livello territoriale, nazionale e globale e crea un’altalenante e un po’ disomogenea consapevolezza dei rischi e delle responsabilità che necessitano un’inversione di tendenza per evitare un irreversibile cambiamento nell’immediato futuro.

Le slides proiettate mostrano grafici riportanti gli andamenti che mettono in relazione l’aumento della temperatura degli ultimi 150 anni fino ad oggi con il parallelo accrescimento della dispersione d CO2 nell’atmosfera.

I ritmi registrati fino ad oggi dimostrano che questo andamento sarà la causa, tra non oltre 50 anni, dell’aumento della temperatura di ben 5°C.

I Paesi che oggi sono i principali responsabili delle emissioni di anidride carbonica sono nell’ordine la Cina, con il 33% seguono gli Stati Uniti con il 13% e L’Europa con il 7%.

Gli obiettivi su scala europea della decarbonizzazione sono fissati per il 2030 e 2050 e puntano ad azzerare le emissioni per contenere l’irreversibile aumento della temperatura con conseguenze catastrofiche su larga scala.

Il progetto di decarbonizzazione, intrapreso nel 2018 ha visto raggiungere i successivi obiettivi del 2020 e sono in fase di implementazione quelli fissati per il 2030. Questo programma include e vincola, ovviamente anche il nostro Paese.

L’Italia è un importatore netto di risorse fossili, a partire dal gas, che oggi utilizziamo per produrre circa il 60% dell’energia elettrica: nei prossimi anni avremmo la possibilità di passare alla stessa quota di energia prodotta da fonti rinnovabili, sostituendo gas e carbone e approvvigionandoci in modo alternativo.

Un aumento delle fonti rinnovabili pari a quello previsto per realizzare gli obiettivi del 2030 consentirebbe, considerando gli attuali prezzi di gas e Co2, addirittura di risparmiare; il Green Deal consentirà di essere meno dipendenti dalle fonti fossili e dai gas naturali.

L’obiettivo oggi è cercare di rendere disponibili e a prezzi accessibili le energie rinnovabili. Non è utopia, in Italia oggi solo il 18% dell’energia primaria e il 35% dell’energia elettrica viene da fonti rinnovabili, un obiettivo che passa anche dalla capacità di incentivare l’efficienza energetica di casa, trasporti etc. Indubbiamente si tratta di un processo lento in cui la fase di transizione prevede l’adattamento delle infrastrutture, l’aumento della nostra capacità di produzione di energie rinnovabili e l’adeguamento di interi settori industriali, incontra anche l’instabilità dei prezzi e i vincoli di dipendenza che il nostro Paese ha nei confronti dei fornitori esteri (l’80% di gas, petrolio e carbone provengono dall’estero di cui per la metà dalla Russia).

Nonostante l’iniziale brusca impennata dei costi causata dal conflitto russo-ucraino, l’Italia ha tuttavia poi dimostrato di saper riequilibrare il rapporto tra domanda e offerta; Certo l’incertezza del conflitto tutt’oggi in atto mantiene alta la volatilità dei costi che, sappiamo bene, siano nettamente superiori a quelli di qualche anno fa, ma dovremmo stimare il mantenimento degli stessi attuali nei prossimi 2-3 anni, riferisce il nostro relatore.

Occorre una visione più ampia e a lungo termine che nel nostro Paese spesso fatica ad esserci, la decarbonizzazione rappresenta la sfida cruciale dell’immediato futuro, il processo verso l’innovazione è un obiettivo che deve partire con le garanzie della disponibilità dei fondi europei e una presa di coscienza globale circa il grande cambiamento che stiamo vivendo con il conseguente implemento di nuovi modelli di sviluppo economico, sociale e culturale indispensabili.

Al termine della sua relazione il dottor Monti si presta a rispondere ad alcune domande esposte dai presenti in sala. La serata ormai tarda si conclude con le fotografie di rito e un applauso al nostro relatore per l’interessante esposizione.