La serata a tema medico scientifico di giovedì 13 marzo è stata proposta dal nostro socio Don Angelo Cairati e accolta dal Presidente Andrea Radice e dai nostri soci con considerevole interesse e partecipazione.
Intervenuti numerosi con consorti ed amici, la conviviale si è aperta con un momento rimasto in sospeso dall’ultimo passaggio delle consegne quando il Past President Nicola Zeni aveva conferito una Paul Harris Fellow a Don Angelo Cairati. Impossibilitato a presenziare lo scorso 28 giugno la PHF viene stasera consegnata a Monsignor Cairati con la seguente motivazione letta da Nicola Zeni: Sacerdote e Socio del Club dal 2014, ha scelto di abbracciare il Rotary condividendone lo spirito e le finalità. Con la sua scelta di vita e con le azioni quotidiane dona ogni giorno un significato profondo al motto rotariano “Chi serve gli altri ottiene i migliori profitti”, contribuendo così ad elevare a livelli non comuni l’azione rotariana.
Al termine della cena siamo entrati nel vivo della serata con il dottor Gianluigi Taverna, medico Urologo presso Ospedale Humanitas Mater Domini di Castellanza.
Laureato a Milano in Medicina e Chirurgia e poi specializzato in Urologia il dottor Taverna si è concentrato maggiormente nelle aree riguardanti principalmente le patologie prostatiche, renale e vascolare. Negli ultimi anni si è specializzato in chirurgia robotica mini-invasiva e laparoscopica per il trattamento e cura dei tumori urologici.
Ma cos’è il tumore alla prostata? Si tratta del tumore più comune nella popolazione maschile italiana , si contano oltre 40 mila casi all’anno e si manifesta con la crescita anomala delle cellule della ghiandola prostatica, rimane spesso asintomatico e silente fino agli stadi più avanzati.
Chi è maggiormente a rischio di sviluppare un tumore prostatico? Gli uomini over 50 hanno un rischio aumentato, se poi si aggiungono fattori quali la familiarità- la presenza di parenti con il tumore alla prostata – e una dieta ricca di grassi saturi e povera di fibre uniti ad una vita sedentaria e al sovrappeso, le probabilità che il tumore insorga aumentano esponenzialmente.
Sappiamo che il modo migliore per prevenire o accorgersi della patologia è lo screening.
Questo avviene attraverso tre vie: la misurazione del PSA cioè un esame del sangue da effettuare annualmente negli uomini al di sopra dei 50 anni , l’esplorazione rettale che aiuta a valutare la consistenza della ghiandola prostatica ed eventuali noduli e la biopsia che conferma la diagnosi.
Non tutti i tumori della prostata sono uguali e non tutti i pazienti hanno le stesse esigenze. Parliamo infatti, dice il nostro relatore, di differenti opzioni di trattamento.
La Sorveglianza attiva è un monitoraggio regolare del tumore mediante regolari misurazioni del PSA, risonanze magnetiche ed eventuali biopsie prostatiche al fine di rimandare trattamenti radicali per tumori poco aggressivi. Questo trattamento è indicato nella patologia a basso rischio e buona accettazione psicologica della malattia, i vantaggi sono che evita o posticipa trattamenti invasivi con i correlati effetti collaterali, gli svantaggi riguardano la necessità di frequenti controlli che richiedono impegno da parte del paziente e la possibile progressione tumorale.
La Radioterapia consiste nell’uso di radiazioni ionizzanti per distruggere le cellule tumorali e può essere impiegata da sola o dopo la chirurgia. E’ indicata alla prima diagnosi o in casi di recidiva post-chirurgica.
I vantaggi comportano un approccio non chirurgico ma di contro si può verificare un’irritazione della vescica e del basso tratto intestinale, la presenza di fistole e stenosi e lo sviluppo di tumori a distanza.
La Terapia Focale è un trattamento che si basa sull’eliminazione della parte della prostata colpita dal tumore mediante ultrasuoni ad alta intensità (HIFU) o congelamento(crioterapia) preservando il tessuto prostatico sano, è indicata nel paziente con diagnosi di tumore a basso rischio e localizzato in una singola zona ben delineata della prostata..
I vantaggi riguardano un minore rischio di disfunzione erettile o incontinenza rispetto alla chirurgia o alla radioterapia.
Gli svantaggi comportano la possibilità, in oltre il 50% dei casi, di un ulteriore trattamento così come di un follow-up invasivo.
Ultima e più innovativa è la Prostatectomia radicale robotica cioè quel trattamento chirurgico mini-invasivo rispetto a quello open, in cui vengono rimossi prostata e vescicole seminali ed eventualmente linfonodi. E’ indicata nei casi di tumore prostatico a basso rischio , intermedio o alto, in pazienti giovani e /o in buone condizioni generali. I pro sono principalmente la minor invasività , i tempi di recupero più rapidi e la maggior probabilità di mantenere potenza sessuale e continenza urinaria. Di contro non vi sono certezze riguardo l’insorgere di incontinenza e impotenza post operatoria.
In conclusione non esiste una terapia perfetta, bisogna adattare il trattamento giusto al paziente giusto, valutando pro e contro di ogni strategia terapeutica .
L’arma migliore resta lo screening con controlli regolari che consentono di diagnosticare il tumore quando è ancora localizzato , aumentando la sopravvivenza e la qualità di vita a lungo termine.
Interessante relazione del dottor Taverna che chiarisce alcuni dubbi rispondendo a curiosità e domande emerse tra i presenti.
Le foto di rito, nell’applauso in sala, e il rintocco di campana da parte del Presidente Radice, concludono e chiudono la serata.