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Il ricordo di Dario Rondanini nelle parole di Libero Ranelli

Le notizie, purtroppo anche quelle tristi, viaggiano ormai via WhatsApp. Sul telefonino un laconico messaggio mi informa che “è mancato Dario Rondanini, rotariano di lungo corso del “Castellanza””.  Personaggio molto noto il dottor Rondanini, biologo, era stato a lungo imprenditore  nel campo alimentare presso l’azienda di famiglia ma aveva  coltivato anche  un’ampia attività di ricerca storica e artistica che l’aveva portato a pubblicare diversi libri. Appassionatosi alla ricerca di cartoline illustrate d’epoca le aveva pubblicate in una serie di pregevoli volumi, quali “Viaggio da Stresa-Isole Borromee alla vetta del Mottarone”, “Amare Legnano-La cartolina racconta” e “Legnano di ieri-Care vecchie cartoline”. Cittadino benemerito di Legnano si era dedicato con particolare impegno allo studio delle mappe  e delle carte che hanno segnato nei  secoli il nostro territorio. Membro del direttivo della Società Arte e Storia di Legnano , è stato anche ispettore onorario  delle Sovrintendenze per i beni ambientali e architettonici della zona.

Per i soci del Rotary “Castellanza” un carissimo amico che, entrato nel Club in anni ormai lontani,  si era fatto subito apprezzare per le doti  di garbo e riservatezza e per la disponibilità ad operare in autentico  spirito di servizio. Dopo aver fatto parte più volte  del Consiglio del  Club,  nell’anno rotariano 1994/1995 era stato chiamato alla presidenza. Al momento dell’insediamento aveva citato il motto del presidente internazionale di allora “ Sii amico” e ricordato quello del governatore “Equilibrio, Rettitudine, Solidarietà”. Sembravano coniati apposta per lui, che nell’amicizia e nei tre sostantivi menzionati si era  identificato e ne aveva fatto una scelta di vita.

Nell’anno del suo mandato presidenziale il Club aveva rivolto particolare attenzione all’Ospedale di Wamba , diretto dal socio onorario Silvio Prandoni, afflitto da carenza d’acqua e di energia elettrica: era stato avviato un articolato progetto, poi realizzato, per la raccolta dell’acqua piovana in un invaso e per il completamento della rete per il trasporto dell’energia.

Sensibile ai temi dell’arte e della cultura Dario aveva organizzato per i soci una visita guidata al Museo Bagatti- Valsecchi ed invitato alle serate relatori prestigiosi, tra i quali Francesco De Ruvo, uno dei più esperti restauratori ed antiquari di Milano, che aveva parlato dei mobili  del XVII secolo, il conte Maccabruno Castelbarco Albani che aveva tratteggiato la storia dell’ Ordine di Malta, il professor Carlo Pedretti, titolare all’Università  di Los Angeles dell’unica cattedra al mondo di studi leonardeschi, che  aveva illustrato la storia del famoso Codice Hammer.

Aveva dato anche ampio spazio alle discussioni tra i soci sulle finalità e sulle attività alla base della filosofia del Rotary e in più occasioni aveva invitato monsignor Adriano Caprioli a trattare temi di spiritualità.

Con il consueto garbo aveva in qualche occasione richiamato i soci sull’importanza dell’assiduità alle riunioni e in una simpatica serata nel Parco Naturale del Ticino, sorprendendo tutti, aveva distribuito le fotocopie delle più note canzoni degli alpini dando vita  ad estemporanei cori di montagna in un clima di grande allegria.

Naturalmente non aveva trascurato gli annuali tradizionali impegni del “Castellanza”, quali l’Operazione Carriere, il Premio del Servire, il Premio Professionalità, la serata delle Forze Armate, la Festa dell’Atleta  e  il sostegno al Ryla e al Wamba Hospital con il concerto benefico del maestro Paolini.

Alla serata conclusiva della sua presidenza Dario Rondanini aveva comunicato che al “Castellanza” era stato conferito  un importante ed ambito riconoscimento distrettuale. L’aveva fatto in modo sommesso, com’era nel suo  stile, quasi la cosa non lo riguardasse. Invece era il meritato riconoscimento del suo grande impegno, ma lui si era affrettato  a passar oltre, ricordando le tappe dell’anno trascorso e ringraziando  tutti i soci che avevano collaborato con lui. E poi aveva  espresso, da vero gentiluomo, un grazie particolare alla consorte che tanto gli era stata  vicino con il sostegno,  l’incoraggiamento e la sensibilità  che solo una moglie può dare.

Nel ricordo del lungo rapporto di amicizia tanti soci del “Castellanza” si sono ritrovati in San Magno alle esequie di Dario per dimostrare alla  signora Danielle e ai figli Luigi e Federica  grande riconoscenza e  sincero affetto nei confronti del loro caro. 

 

foto sempionenews