Il progetto di ricerca UNISCREEN, unico al mondo, è stato presentato il 29 aprile a Cantalupo, Cerro Maggiore (MI) presso la sede della Protezione Civile, dal Sindaco di Cerro Nuccia Berra, il Presidente di FID Nicola Zeni, il nostro club -rappresentato da Giuseppe Ferravante- e da tutti gli attori coinvolti e prevede lo screening universale con semplice pungidito per alcune delle più importanti malattie croniche di bambini e adulti:
- diabete di tipo 1 (autoanticorpi)
- celiachia (autoanticorpi)
- diabete di tipo 2 (glicemia e glicata)
- malattie cardiovascolari (quadro lipidico, pressione e stile di vita)
Il progetto UNISCREEN
Lo studio UNISCREEN, unico e innovativo, è uno screening di popolazione, condotto con il “pungidito” sul sangue capillare per identificare il rischio per alcune tra le malattie autoimmuni, metaboliche e cardiovascolari più diffuse. Queste comprendono le principali malattie croniche dell’infanzia: diabete di tipo 1 e celiachia; e dell’età adulta: diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari. Lo studio pilota è realizzato a Cantalupo, frazione di Cerro Maggiore, in provincia di Milano. che conta una popolazione di oltre 3 mila abitanti.
“Lo studio UNISCREEN – spiega il Prof. Emanuele Bosi dell’Ospedale San Raffaele, responsabile della ricerca – è un progetto di salute pubblica volto a predire e prevenire malattie per le quali una ritardata diagnosi è spesso sinonimo di complicanze acute o croniche o di una prognosi peggiore.”
La proposta di legge di “Screening Nazionale pediatrico per diabete di tipo 1 e celiachia”
Lo studio UNISCREEN avviato a Cantalupo, Cerro Maggiore (MI) è uno studio pilota di un più ampio screening di popolazione che Fondazione Italiana Diabete ha promosso presso il Parlamento. Il 23 maggio 2023, con 255 voti favorevoli e uno contrario, la Camera dei Deputati ha approvato la proposta di Legge della Fondazione Italiana Diabete (FID): “Disposizioni concernenti la definizione di un programma diagnostico per l’individuazione del diabete di tipo 1 e della celiachia nella popolazione pediatrica”. Il testo, che si compone di 4 articoli, passerà al Senato e successivamente verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e da quel momento il Governo avrà 120 giorni per dare attuazione alla legge, che ha già copertura finanziaria.
Dal 2024 – se l’iter andrà come deve andare – inizierà lo screening previsto da 1 a 17 anni. Grazie a tutte le forze politiche che hanno votato a favore di una legge che salverà le vite di molti bambini, eviterà loro la chetoacidosi diabetica e i danni irreparabili che la stessa determina, eviterà alle famiglie e ai più piccoli il trauma dei ricoveri in terapia intensiva. Si tratta di un evento eccezionale essendo la prima legge – in Italia e nel mondo – sul diabete tipo 1 e la prima in assoluto che dota uno Stato dello strumento dello screening pediatrico per legge. La prima legge che parla di diabete tipo 1 e lo riconosce come patologia distinta dal diabete tipo 2 (la forma più frequente) e dalle altre forme di diabete. Un enorme passo avanti.
Questa legge è dedicata ad Alessandro Farina e a tutti i bambini che hanno perso la vita a causa di una mancata diagnosi di diabete tipo 1. È dedicata anche a tutti i bambini e agli adulti che convivono con il diabete e vanno avanti al meglio con grande determinazione e forza
Gli obiettivi dello studio pilota UNISCREEN
Gli obiettivi di questo studio pilota sono molteplici, primo fra tutti capire la fattibilità e l’accettabilità di uno screening universale con il pungidito, in vista dell’approvazione della legge di screening di cui sopra, presentata in Parlamento da Fondazione Italiana Diabete (FD).
Oltre alla ricerca, fondamentale per la riuscita dello studio è la collaborazione e l’attivazione di tanti enti del terzo settore.
“L’avvio del progetto UNISCREEN ci rende particolarmente felici – sottolinea Nicola Zeni, Presidente di Fondazione Italiana Diabete – perché rappresenta una serie di valori positivi: in primis la Ricerca, determinante per il progresso della vita, ma subito dopo la bellissima collaborazione tra enti diversi che hanno scelto di unire le rispettive forze e competenze per la realizzazione di un progetto comune. Infine, ma non ultimo, il valore rilevantissimo di questa esperienza quale “prova sul campo” per un progetto di screening a livello nazionale che, grazie all’opera di FID presso il Parlamento e alla sensibilità dimostrata dal Vicepresidente della Camera On. le Giorgio Mulè, sta diventando una Legge dello Stato”.
Cruciali per la realizzazione dello studio UNISCREEN di Cantalupo sono le istituzioni locali, il sindaco, gli assessori, i medici e i pediatri del territorio, le istituzioni scolastiche e i tanti Enti del Terzo Settore che prestano la loro opera volontaria nei weekend in cui avvengono gli screening per lo studio. Primo fra tutti la Protezione Civile di Cerro Maggiore, San Vittore Olona e Rescaldina: “l’idea di collaborare con Fondazione Italiana Diabete per creare un progetto di salute per il nostro territorio risale al 2020, quando abbiamo prestato servizio assieme all’Hub Vaccinale di Cerro Maggiore istituito durante la pandemia…” dice Giuliano Borsatti, Presidente della Protezione Civile di Cerro che prosegue: “…dobbiamo ringraziare l’amministrazione che ha accolto questo studio scientifico dell’ospedale San Raffaele di Milano con grande disponibilità ed attenzione e i cittadini di Cantalupo che stanno partecipando con entusiasmo e dedizione per dare il loro contributo alla scienza e alla medicina”.
Un progetto socio-sanitario di estrema importanza in prospettiva futura
Conclude il sindaco di Cerro Maggiore, Nuccia Berra: “Siamo onorati che Cantalupo possa ospitare un simile progetto. Uno studio così importante da poter essere considerato vero e proprio progetto-pilota per una normativa ad hoc, da portare avanti trasversalmente, che possa iniziare ad istituire un percorso di screening obbligatorio per fare prevenzione. Nella mia vita, professionale le tematiche del sociale e della salute hanno sempre avuto un posto di primo piano. Ringrazio l’IRCCS Ospedale San Raffaele, nella persona del Prof. Bosi, la Protezione Civile di Cerro Maggiore e la Fondazione Italiana Diabete per aver condiviso con noi questa sfida. Al momento la cittadinanza e soprattutto le scuole stanno rispondendo in maniera straordinaria”.
Creare un percorso virtuoso permanente nel supremo interesse della nostra comunità.
“Questo ci permetterà di raggiungere l’obiettivo, ma cosa ancor più importante siamo sicuri che il Prof. Bosi, il suo Staff, la Fondazione Italiana Diabete e tutti i partner del progetto rimarranno al nostro fianco per creare un percorso virtuoso permanente nel supremo interesse della nostra comunità. Concludo sottolineando che 5 anni fa, all’inizio del mio mandato, mai avrei pensato di essere tra i protagonisti di progetti così importanti e il merito di questi risultati è dell’impegno di tutta la mia squadra e di tutte le associazioni che ogni giorno collaborano con l’Amministrazione, in primis Protezione Civile. Ora testa bassa e raggiungiamo l’obiettivo di testare il campione rappresentativo grazie al quale il test scientifico possa essere validato, per garantire ai ricercatori risultati affidabili su cui studiare e soprattutto, se fosse possibile, trovare soluzioni alle problematiche studiate.
Cantalupo e tutta la nostra comunità ringraziano per l’opportunità!”
Cos’è il diabete di tipo 1
Il diabete di tipo 1, spesso confuso con il più diffuso diabete di tipo 2, con il quale però non ha nulla a che fare, è infatti una malattia autoimmune, causata da un “corto circuito” del sistema immunitario che scatena contro le cellule pancreatiche che producono l’insulina (beta cellule) degli autoanticorpi che le distruggono. La scienza conosce questo processo, tipico di tutte le altre malattie autoimmuni come ad esempio la più nota Sclerosi Multipla, ma non sa ancora a quale causa si debba la sua origine. La malattia non è quindi oggi guaribile né prevenibile, anche se alcuni anticorpi monoclonali stanno dando i primi risultati nel rallentarne l’evoluzione in fase di esordio. L’unico modo per sopravvivere per le persone colpite è iniettare insulina molte volte al giorno, per tutta la vita.
La terapia insulinica per un diabetico di tipo 1, il cui corpo non produce più insulina, è una delle terapie più complesse che esista in clinica, perché il fabbisogno è determinato da molti fattori diversi (non solo dal cibo ingerito ma anche, ad esempio, dal livello di attività fisica e dall’ansia anche solo per un compito in classe); le dosi nella quotidianità – dopo un iniziale set-up con il diabetologo – vengono decise autonomamente dai pazienti e l’ormone esogeno, se iniettato in eccesso o in difetto, può causare svariate complicanze acute o croniche, tra cui il coma (per ipoglicemia o all’opposto per chetoacidosi diabetica) e la morte. Secondo gli studi più aggiornati, un diabetico di tipo 1 ha un’aspettativa di vita di circa dieci anni inferiore rispetto alla media.
La vita con il diabete di tipo 1 è migliorata incredibilmente grazie alla ricerca su farmaci e tecnologie (nuove insuline, sensori, microinfusori, pancreas artificiale), ma la malattia rimane inguaribile, non prevenibile e di estrema complessità gestionale. L’esordio è spesso un trauma per famiglie e malati; nel 50% dei casi il diabete di tipo 1 infatti insorge nei bambini. In tutto i malati nel nostro Paese sono circa 190 mila.