Site Overlay

Tocca a te salvare una vita – serata teorico e pratica sul corretto utilizzo di un DAE

La conviviale dell’ 8 maggio ha visto una nutrita partecipazione non solo da parte del “Castellanza” ma anche di una delegazione, con la capofila Presidente Olimpia Mariotti, del RC Ticino.

La serata è coincisa con la fumata bianca nelle scarse due ore precedenti le 20.00 e l’attesissima elezione del Santo Padre. Presente in sala il nostro socio Don Angelo Cairati che, dopo il rintocco di apertura da parte del Presidente Radice, ha speso qualche parola sulla freschissima notizia della nomina dell’americano Robert  Francis Prevost a Papa Leone XIV.

Un evento storico che con speranza e fiducia ci apprestiamo ad accogliere.

La cena è iniziata con il buffet dell’aperitivo e antipasto cui è seguito il servizio al tavolo.

Il socio Stefano Cionini, consigliere e referente della Commissione Ambiente, ha preso la parola per chiarire l’obiettivo del progetto distrettuale ESG, condiviso con i soci del Club mezzo e-mail, che si propone, da qui alla fine dell’anno rotariano, di svolgere una semplice indagine tra i soci dei club in merito all’impatto ambientale relativo all’emissione di CO2 impiegata nello svolgimento di un’attività e, più nel dettaglio, relativo alle emissioni legate agli spostamenti dei soci per raggiungere le sedi delle conviviali e delle riunioni.

Un “esercizio” per il quale ringraziamo i soci che ai tavoli hanno compilato questo semplice sondaggio prezioso per il progetto distrettuale cui l’area d’interesse ambientale si occupa.

Al termine della cena il Presidente Andrea cede la parola al socio Giuseppe Ferravante che, prima di presentare il relatore della serata, ringrazia gli amici del Rotary Ticino che hanno accolto con estremo interesse la proposta di condividere il tema e la serata di questo 8 maggio. L’occasione, dice Ferravante, si è presentata in occasione della gita sociale organizzata dalla Presidente Mariotti in Umbria durante la quale, in perfetto clima di amicizia rotariana, è emersa la possibilità di condividere questo argomento.

L’utilizzo di un DAE non deve essere visto come qualcosa di esclusivo ma accessibile sia in termini di logistica che di utilizzo, da tutti.

Mirco Jurinovich, che già in passato abbiamo avuto il piacere di conoscere, si presenta con queste parole:

ho 59 anni, inizio ad operare nel settore dell’emergenza sanitaria extraospedaliera dal 1987 nelle file del comitato legnanese della Croce Rossa, svolgendo attività di soccorso a bordo delle ambulanze ancor prima della nascita del sistema 118, quando ancora l’obiettivo principale delle missioni era quello di trasportare il più velocemente possibile l’ammalorato o il ferito nell’ospedale più vicino (tecnica scoop & run). Nei 23 anni di appartenenza alla CRI di Legnano, durante i quali ho ricoperto per 3 mandati l’incarico di ispettore del gruppo volontari,  ho seguito l’evoluzione delle metodologie di soccorso con l’avvento del sistema di coordinamento 118, attivato sul nostro territorio nel 1997, e il passaggio ad una metodologia di intervento che prevedeva l’erogazione delle prime cure direttamente sul luogo dell’evento (tecnica stay & play) con l’ausilio di personale medico.

Ho partecipato a numerose missioni di soccorso per calamità naturali ed emergenze internazionali tra le quali l’alluvione della Valtellina nel 1987,  l’alluvione del Piemonte nel 1994, il terremoto in Umbria 1997, la crisi del Kosovo 2001 e il terremoto di Amatrice nel 2015. Dal 2017 sono entrato a far parte dell’Azienda Regionale Emergenza Urgenza (AREU Lombardia) svolgendo attività di tecnico dell’emergenza sanitaria a bordo dei mezzi di soccorso avanzato (automediche e autoinfermieristiche).

Sul nostro territorio ho condotto iniziative volte all’attivazione del servizio di automedica (2002) e all’istallazione dei defibrillatori sulle ambulanze (2005) e dal 2001, in conseguenza della morte di Marco Bandera, un giovane studente dell’istituto Bernocchi colpito da arresto cardiaco nella palestra, ho iniziato ad interessarmi di progetti di defibrillazione pubblica quale contrasto alla morte cardiaca improvvisa.

Grazie alla collaborazione con due cardiologi dell’ospedale di Piacenza, il professor Alessandro Capucci e la dottoressa Daniela Aschieri, pionieri della defibrillazione pubblica in Italia con il Progetto Vita (1998), nel 2010 prende forma l’idea di far nascere un’associazione che portasse nell’Alto Milanese l’esperienza piacentina: Sessantamilavitedasalvare ha contribuito in maniera importante alla cardioprotezione del nostro territorio mediante l’educazione della società civile e della popolazione scolastica all’utilizzo del defibrillatore e l’installazione di circa 400 postazioni di defibrillazione pubblica sui 21 comuni dell’Alto Milanese.

Attraverso la proiezione di slides, Mirco ci spiega che a 250 anni dalle prime sperimentazioni di utilizzo dell’energia elettrica per scopi medici, ricerca, scienza e tecnologia hanno fatti passi da gigante ma, ad oggi, la defibrillazione elettrica rimane l’unica terapia efficace per risolvere le aritmie maligne. Il numero dei defibrillatori pubblici è in costante aumento così come il numero di persone formate al loro utilizzo.

I moderni DAE sono piccoli, leggeri dotati di batterie efficienti e durature , incorporano una scatola nera “ per registrare  i dati dell’evento e integrano un sistema di messaggi vocali che guidano l’utente nell’utilizzo.

A disposizione questa sera due modelli che il socio Ferravante, a supporto di Mirco Jurinovich ci mostra.

Intanto comprendiamo come e in quali casi agire.

Prima di intervenire occorre essere certi che non ci siano pericoli né per il soccorritore né per la vittima. Segue la valutazione dello stato di coscienza e quindi il controllo della normale respirazione. Si chiama la vittima avvicinandosi ai fianchi, si scuote il bacino, se possibile si coprono naso e bocca con mascherina chirurgica o protezione di fortuna. Si valuta lo stato di coscienza e del respiro, si osserva rapidamente se il torace si solleva, si valuta coscienza e respiro per non oltre 10 secondi. Se il respiro è normale i movimenti del torace saranno regolari, ritmici che avvengono per circa 12-20 volte al minuto. Si allerta il sistema d’emergenza 112 e si controlla continuamente la presenza del respiro che saraà anormale se lento, russante, rumoroso, boccheggiante, assente se vi è assenza di qualsiasi movimento del torace.

Se la vittima è incosciente con respiro assente o anormale si iniziano immediatamente le compressioni toraciche esterne (CTE) oltre ad aver contattato il 112, chiesto un defibrillatore e, se possibile, aver posizionato la vittima su un piano rigido. A lato della persona, con le braccia tese e perpendicolari si positiziona una mano e sopra l’atra con le dita intrecciate e sollevate al centro del torace del malcapitato, coi gomiti bloccati  si effettuano le CTE facendo perno sul bacino utilizzando il peso de proprio corpo come forza di compressione.  Il torace va compresso con una profondità di almeno 5cm  e la frequenza da 100/minuto a 120/minuto consentendo la riespansione completa del torace dopo ogni compressione. Il DAE, seguendo le istruzioni guida, si struttura di due piastre, una va posizionata sotto la clavicola destra, a lato dello sterno, l’altra sulla parete laterale sinistra del torace, sotto l’escella. Se è presente un secondo soccorritore si posizionano gli elettrodi senza interrompere il massaggio cardiaco.

La dimostrazione pratica effettuata sui manichini ha reso certamente ancora più esplicativa la relazione teorica esposta dal nostro preparatissimo relatore.Insomma, queste semplici ma determinanti manovre sono accessibili a chiunque, ciascuno è in grado di affrontare una sistuazione di emergenza mettendo in pratica questi comportamenti salva vita! La serata di estremo interesse e partecipazione si protrae fino a tardi e conclude con l’applauso in sala e l’omaggio della pergamena a Mirco Jurinovich.